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Sabato, 08 Febbraio 2025 19:53

199 - il genio del Tiro, l’Autobiografia romanzata di Angelo Scalzone

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Il Buffalo Bill italiano, la leggenda della fossa olimpica

199 Il genio del Tiro Autobiografia romanzata di Angelo Scalzone

Era il lontano 1972, Olimpiadi di Monaco, quando Angelo Scalzone, don Peppino per gli amici, frantumò ben 199 piattelli su 200, stabilendo il record del mondo e vincendo la medaglia d'oro olimpica per il tiro al volo nella specialità fossa.

Da allora alcune regole della specialità sono cambiate, ma nessun altro è riuscito a eguagliare quell'impresa.

Aveva all'epoca già 41 anni Scalzone, ma aveva uno spirito sicuro di sé, spavaldo e al tempo stesso spiritoso. Ammaliava tutti con la sua parlata dialettale bella e seducente e veniva soprannominato Buffalo Bill perché, quando in pedana, diventava freddo e colpiva con precisione un piattello dopo l'altro.

Scalzone era nato a Casal di Principe e viveva a Castel Volturno, frequentando ristoranti, alberghi e stabilimenti balneari. Non era il classico sportivo a cui siamo abituati: era in sovrappeso, fumava ed era un po' indisciplinato, ma sparava come pochi. Amante della caccia fin da giovanissimo, era un grande appassionato di anatidi e beccacce.

Frequentava il tiro solo per divertimento e per sbalordire gli amici, ma sentiva di meritare qualcosa in più.

Si allenò parecchio per riuscire a superare la qualificazione alle Olimpiadi e partiva da sfavorito. La Beretta gli regalò un sovrapposto SO4, ma Scalzone non si trovava molto bene. Si accorse che doveva sempre correggere a destra, ma lo scelse proprio per questo: lo avrebbe costretto a una maggiore concentrazione.

Scalzone salì così sull'ultima pedana: se intendeva vincere, doveva rompere tutti i piattelli. Un 24 avrebbe significato lo spareggio con il favorito francese Michel Carrega. Scalzone, come poi raccontò, si immaginò i piattelli come se fossero leoni che stavano per assalirlo e che, se avesse sbagliato, sarebbe morto sbranato. Al termine della serie li ruppe tutti, compiendo l'impresa: 199 piattelli colpiti, 188 di prima canna e 11 con il colpo di recupero, entrando nella storia con un record ancora oggi imbattuto.

È a questo mito che si ispira Antonio Leone, conterraneo dello sportivo, che nel suo romanzo ripercorre integralmente la vita e la carriera sportiva del campione olimpico Angelo “Peppino” Scalzone.

Angelo Scalzone podio Monaco 1972 medaglio d'oro tiro al volo specialità fossa olimpica

Foto dall'archivio storico della famiglia Scalzone

L’autore, dopo aver letto nell’estate del 2016 un articolo sul campione a firma di Giancarlo Loquenzi su La Stampa, contattò la famiglia Scalzone proponendo loro lo sviluppo di un progetto editoriale attorno alla figura di Angelo, incentrato in particolare sulla formazione e sul percorso sportivo che lo ha condotto alla vittoria olimpica. Negli ultimi tre anni, il progetto si è trasformato in un romanzo sotto forma di autobiografia: è infatti Angelo stesso a raccontarsi, ricostruendo tutta la sua vicenda umana e sportiva dal 1938 al 1987, anno della sua prematura scomparsa.

Il volume, sviluppato dopo approfondite ricerche e ricostruzioni storiche, ripercorre infatti cinquant’anni di vita dello sportivo, dai primi colpi tirati quando era ancora bambino fino alla sua scomparsa all’età di 56 anni.

La storia di Angelo Scalzone, fatta eccezione per i familiari, gli amici, i tiratori più anziani e gli addetti ai lavori, è rimasta in gran parte dimenticata dal grande pubblico. Per molti, ancora oggi, Scalzone è soltanto “Il Campione olimpico”, ma di lui si sa molto di più. L'autore, spinto dalla curiosità, ha iniziato a raccogliere informazioni e si è subito accorto di trovarsi di fronte a un personaggio estremamente interessante e d'ispirazione.

Un percorso durato ben due anni, tra raccolta di testimonianze, documenti, archivi fotografici ed effetti personali, contattando chiunque avesse avuto modo di conoscerlo e frequentarlo, sia nella vita privata che sui campi da tiro. Il tutto ha portato a una ricostruzione il più fedele possibile del personaggio e dell’atleta che era l'immenso Scalzone.

Scalzone si inserisce sulla scia dei grandi maestri italiani del tiro, che sin dagli anni ’50 avevano fatto incetta di titoli internazionali, a dimostrazione del talento naturale nelle varie discipline del tiro e della caparbietà nell’ottenere risultati di cui siamo portatori. Nel volume, in particolare, ho voluto ripercorrere i fasti del tiro italiano degli anni ’50, ’60 e ’70, elencando, anno per anno, i grandi traguardi raggiunti dai nostri tiratori più affermati, onorando quindi anche la loro memoria, oltre ad approfondire nel dettaglio la disciplina per come veniva praticata allora, quando il professionismo non era ancora diffuso”. Quanto alla caccia e alle armi, queste sono state autentici pilastri della vita di Angelo. “Angelo era un formidabile cacciatore: già da piccolo, era un fenomeno. Per tutta la vita ha girato l’intera Europa per battute, quasi sempre in compagnia, acquattandosi nei posti più remoti per colpire la preda. Ha amato i fucili profondamente, senza si sentiva infatti mancare di un pezzo”. Prossimi sono lo sviluppo di un fumetto per bambini incentrato in particolare sulla formazione sportiva di Angelo, così da raggiungere i più piccoli e testimoniare loro i valori positivi dello sport e la possibilità di poter usare le armi in totale sicurezza e tranquillità. Parallelamente è in cantiere l’allestimento di un museo dedicato al campione, un luogo che sarà testimone della sua storia e della sua eredità sportiva. Il libro, ampio 340 pagine, è stato presentato a Casal di Principe (CE), cittadina natale di Angelo e in precedenza a Castel Volturno, città di residenza del Campione, dove ancora vive la sua famiglia. In programma è inoltre una presentazione istituzionale in collaborazione con la FITAV a Roma. L'autore Antonio Leone

Il libro è edito da Alture ed è ordinabile online all’indirizzo: https://www.alturelibri.it

demk

Cresciuto con una passione enorme per la caccia e la natura ha cominciato ad avvicinarsi alla ricarica ed al mondo venatorio grazie al padre. Sempre in cerca di nuovi accorgimenti e prodotti ha pensato bene di creare una community incentrata attorno alla caccia dove apprendere nuove tecniche e scambiarsi opinioni. I suoi carnieri sono spesso vuoti, ma ogni uscita gli regala un'emozione e spesso si perde fra le nuvole ammirando paesaggi straordinari o valutando le condizioni meteo.

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