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Sono serviti 8 anni per scoprire le cause della strage che uccise milioni di uccelli sulle coste dell'Australia

Puffinus tenuirostris SE Tasmania ©Di JJ Harrison
Uno studio pubblicato sulla rivista "Marine Ecology Progress Series" riporta le cause dell'incredibile fenomeno che abbiamo assistito nel 2013 sulle coste dell'Oceania dove milioni di uccelli marini, per lo più Berte codacorta, siano incredibilmente morti senza apparente motivo.
Quello che hanno assistito i primi soccorritori fu terribile. Tantissimi uccelli morti sulle spiagge e quelli ancora in vita in condizioni così gravi che nonostante gli aiuti presto morirono.

L'Università della Tasmania ed il Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) hanno condotto diverse analisi ed autopsie sui corpi degli uccelli.
L'ipotesi di qualche danno ambientale nell'area era alta e non si escludeva che gli uccelli fossero stati avvelenati dalla plastica o altri prodotti non alimentari ingeriti dai volatili.
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Il gigante condor delle ande, l'uccello volante più pesante al mondo è anche il più bravo a sfruttare le correnti...

condor andinoUn recente studio internazionale guidato dall'Università britannica di Swansea ha studiato gli uccelli più grandi al mondo per comprendere le loro capacità di volo.
Lo studio ha monitorato degli esemplari di giganteschi condor andini (Vultur gryphu), o più semplicemente condor delle ande, sui quali sono stati installati dei sensori che hanno permesso ai ricercatori di comprendere come questi uccelli si spostino nei difficili territori delle zone montuose delle Ande.

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Le incredibili migrazioni degli uccelliQuando non a caccia, appena posso, scappo ad osservare gli uccelli nel loro habitat e imparare le loro abitudini. Un argomento che mi ha sempre impressionato di questi animali è la loro migrazione.
Un fenomeno per certi versi strano e assurdo che porta questi animali a viaggiare per migliaia di chilometri sempre nello stesso periodo o sempre nelle medesime zone anche se sono al loro primo anno di vita e non hanno mai viaggiato.

Cosa si nasconde dietro la migrazione? perché gli uccelli migrano? si spostano di giorno o di notte? e soprattutto come fanno ad orientarsi?

In questo articolo cercherò in maniera semplice e veloce di spiegarti la migrazione degli uccelli... Partiamo subito col capire cosa si nasconde dietro la parola migrazione.
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Occhi all'insù, ma non per osservare le stelle...

Falco Pecchiaolo Volo sullo stretto di Reggio e MessinaCon l'arrivo delle belle giornate e, coi venti favorevoli, da fine aprile e per tutto maggio l'area dello stretto di messina si popola di milioni di uccelli impegnati nella loro migrazione per la sopravvivenza dalle zone dell'Africa verso l'Europa.
Lo stretto non è il maggior punto di transito delle migrazioni, il Bosforo e lo stretto di Gibilterra che sono percorsi meno faticosi e pericolosi, sono i punti di maggior afflusso dato l'attraversamento di un'area di mare meno vasta.

Tuttavia essendo l'area dello stretto abbastanza "stretta" riesce a concentrare gli uccelli rendendo davvero sorprendente l'attraversata con un transito continuo, uno dietro l'altro, di uccelli che sorvolano i nostri cieli.
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Non cacciamo nessun animale protetto e la carne rimane sull'isola e non commercializzata altrove

Isole Faroe caccia baleneOgni anno, dal XII secolo, fra luglio e settembre si svolge la Grindadráp dove quasi tutta la comunità dei faroesi si raduna per cacciare le balene e far provviste per il lungo e rigido inverno.

Le Fær Øer sono una regione autonoma della Danimarca dell'Atlantico del Nord i cui abitanti vive fra modernità e tradizione in uno dei climi più ostili del mondo dove ogni risorsa arriva via mare. Per questo la Grindadráp è vista dagli isolani come un momento di gioia e felicità. Come dargli torto, si stanno per rifornire i magazzini per affrontare il rigido inverno.

Tuttavia questo stile di vita, ormai fuori moda, attira l'attenzione di molti attivisti da tutto il mondo che non approvano queste tradizioni.
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Per godersi la spiaggia distruggono colonia di uccelli marini

fraticello americano Sternula antillarum Il Fraticello americano (Sternula antillarum) è un piccolo uccello marino caratterizzato dal becco color giallo e dalla testa nera che a stento raggiunge i 40cm.
Risiede principalmente nell'America Centrale ed, in particolare, nel Golfo del Messico.

A causa della riduzione degli habitat, dell'inquinamento, e degli tanti disastri ambientali, con sversamenti di petrolio nei mari, degli ultimi anni la sopravvivenza del Fraticello Americano è a rischio tanto da essere dichiarata specie protetta dal Governo federale.

Purtroppo non esiste protezione dall'ignoranza e quello a cui hanno assistito alcuni ricercatori è l'emblema della stupidità umana.
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Leoni Uccidono BracconieriDa qualche giorno dilaga sui social la notizia di alcuni bracconieri assaliti ed uccisi da un branco di sei leoni nella Sibuya Game Reserve situata nella zona orientale del SudAfrica.
Frasi del tipo "Se lo sono meritato", "Chi la fa la aspetti" e simili sono fioccate ad iosa facendo quasi passare la tragedia come una grande gioia.

Purtroppo molto spesso dimentichiamo che i meri esecutori in questione è gente povera che spesso è costretta, per sopravvivere, a fare questo mestiere.
Il vero problema sono i "mandatari" o chi, anche a migliaia di km di distanza, usufruisce dei prodotti frutto del bracconaggio.
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L'uomo non è l'unico piromane del pianeta

Incendio Nibbio Estate è mare, caldo e lunghe giornate, ma è anche voli incessanti di canadair, cenere e fumo con i tantissimi incendi che colpiscono il nostro bel paese.
Di questi quasi sempre c'è lo zampino dell'uomo che un po' per stupidità e spesso per tornaconto personale appicca degli incendi mandando in fumo ettari ed ettari di territorio.

Un recente studio australiano ha però scoperto che l'uomo non è l'unico piromane del pianeta. Lo studio che ha visto collaborare assieme ricercatori statunitensi ed australiani, pubblicato sulla rivista Journal of Ethnobiology, ha documentato un fenomeno straordinario ed impensabile che l'evoluzione ci ha regalato.
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La caccia alla pelle d'Elefante mette a serio rischio la popolazione asiatica

Elefante IndianoNon è passato neanche tanto dalla triste notizia dell'estinzione del rinoceronte bianco settentrionale, che uno studio britannico lancia un allarme sullo stato di conservazione dell'elefante asiatico (conosciuto anche col nome di elefante indiano).

A parlare Belinda Stewart-Cox, direttrice di Elephant Family, che ha presentato al mondo il nuovo pericolo a cui vanno incontro questi splendidi mammiferi.
Dal 2014, inizio del monitoraggio della rete da parte dell'associazione è aumentata, in maniera esponenziale, la pubblicità di prodotti realizzati con la pelle d'elefante.
Gli elefanti asiatici, rispetto ai cugini africani, non soffrono molto il bracconaggio d'avorio per via delle zanne molto più piccole, ma soffrono terribilmente la diminuzione degli habitat ed i continui conflitti con l'uomo. Infatti, a parte le tigri che possono minacciare difficilmente i piccoli, l'uomo caccia questi animali per proteggere le colture ed allontanarli dai proprio villaggi.
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La primavera 2018 si annuncia silenziosa nelle campagna francesi

Allodola Su FiloDue recenti studi francesi condotti dal CNRS (Centre National de la Recherche Scientique) e dal MNHN (Muséum National d'Histoire Narurelle) hanno portato a risultati scientifici molto allarmanti riguardanti la forte diminuzione delle popolazioni di uccelli nelle campagne francesi.
Il primo studio è stato condotto in una piana agricola di oltre 450 km² situata nel dipartimento di Deux-Sèvres. Qui dal 1994 si monitora l'aerea censendo ogni specie di uccello. Purtroppo in questi ultimi 23 anni c'è stata una vera e propria moria che hanno interessato principalmente l'Allodola che ha perso il 35% (più di un individuo su tre) e le Pernici praticamente decimate con una diminuzione dell'80%.

Il secondo studio si è focalizzato sul censimento della fauna in diversi habitat (foreste, città, campagne, ec..) ed ha riscontrato, negli ultimi 15 anni, una forte diminuzione delle popolazioni di uccelli che vivono nelle aree agricole.
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