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Martedì, 01 Dicembre 2020 21:07

Bruzzone si oppone al disegno di legge "Proteggi animali"

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Intento della legge, proteggere gli animali o chiudere la caccia?

Tempo di covid, ma non per tutti e a quanto pare le priorità di alcuni deputati M5S sono ostacolare il più possibile la caccia.
Ecco che arriva il disegno di legge denominato "Proteggi animali" portato avanti da Vittorio Ferraresi del M5s.

Sfruttando le ottime intenzioni di andare a punire ed ostacolare abbandono di animali, traffico di cucciolo e chi maltratta gli animali (nonché contrasto alla diffusione delle esche con veleno) si nasconde un imposizione molto più alta che praticamente aggiunge pesanti limitazioni per la caccia e soprattutto per coloro che svolgono l'attività venatoria nel pieno rispetto delle leggi e dell'etica.

Togli il cacciatore dalle campagne l'unico protagonista indiscusso sarà il bracconiere che già di per se non teme controlli e leggi.

Ad intervenire con fermezza contro il disegno di legge Francesco Bruzzone che annuncia migliaia di emendamenti di opposizione e precisa:
"Nella sua versione finale, che porta la firma del senatore grillino Perilli, in ossequio alla sempre più delirante e dilagante concezione ideologica animalista dei Cinque Stelle, l’attività venatoria viene così tanto regolamentata da essere praticamente bandita sul territorio nazionale" Senatore Francesco Bruzzone

Ma di cosa parla questo disegno di legge?

In allegato trovi il dettaglio della proposta "Proteggi animali" e che contiene molte proposte ed alcune di esse molto valide a tutela degli animali.
Tuttavia si concentra molto sull'inasprimento e sulle restrizioni da attuare al mondo venatorio e alla pesca.
Non ce ne vogliano gli amici pescatori, ma di seguito ci concentreremo sulle restrizioni attutate verso la caccia...

Abrogazione dell'art 842 del codice civile
Il disegno di legge prevede che il proprietario di un terreno, anche se quest'ultimo non è un fondo chiuso e non abbia coltivazioni che potrebbero danneggiarsi, possa impedire al cacciatore munito di licenza l'accesso per esercitare l'attività venatoria nel pieno rispetto della legge.
Se ciò si dovesse avverare, fra parchi, zone abitate, oasi ed altre aree interdette praticamente il cacciatore non avrebbe più spazi e si rischierebbe di poter praticare l'attività venatoria solo tramite il pagamento di quote in aziende venatorie o privilegiare le persone più benestanti. Quest'ultime infatti potrebbero non aver problemi a possedere terreni o si possono permettere di concordare con i proprietari terrieri l'accesso alle zone magari dietro compenso.

Si rischierebbe, così, solamente di creare aree con maggior densità di cacciatori e pressioni venatorie troppo squilibrate a discapito anche delle specie animali cacciabili e non.

Come si dovrebbe poi comportare la regione in termini di risarcimenti dovuti a danni dell'avifauna se il proprietario non dovesse consentire la caccia sui propri terreni?

L'abrogazione dell'art 842, senza una normativa adeguata non porta altro che enormi limitazioni ai cacciatori e zero benefici.
Se un proprietario vuole impedire l'accesso ad un suo terreno è giusto che lo rendi fondo chiuso e ne impedisca la caccia anche al titolare o a chi per lui.
Divieto dei richiami vivi
Sono anni che gli ambientalisti richiedono il divieto degli animali vivi nell'attività venatoria. Il disegno di legge lo impedirebbe con la modifica dell'art 544-ter introducendo l'uso degli animali vivi, nell'attività venatoria, equiparandolo a maltrattamento di animali.
Passione, quindi, quella dell'allevamento dei richiami vivi, già particolarmente tutelati dal legislatore che pone limiti già sull'uso restringendoli alle sole specie allodola, cesena, tordo sassello, tordo bottaccio, merlo, pavoncella e colombaccio.
In più ci sono limiti anche sul numero massimo di richiami detenibili posto a 10 unità per specie per un massimo di 40 unità.
Se ciò non bastasse vigè anche l'uso di animali accecati o mutilati integrando, in questi casi, il reato di maltrattamento.

Aggiungere il divieto totale di uso dei richiami vivi metterebbe fine a storiche cacce specialistiche.
Tanto vale vietare, in generale, il possesso di uccelli in gabbia anche per compagnia...
Maggiorazioni delle pene previste
La proposta di legge intende anche andare a ritoccare le pene e le sanzioni già previste dagli art. 30 e 31 della 157 andando a convertire gli importi da lire in euro e praticamente raddoppiandole.
Se da un lato è corretto punire severamente i trasgressori è bene ricordare che il legislatore, in un concetto più ampio, non discrimina di fronte a povero e ricco. Quando si vanno ad inasprire le pene si va sempre a colpire il "piccolo" senza pesare più di tanto sul ricco che, in caso di una sanzione amministrativa non avrà grosse difficoltà a mettere mani al portafoglio.
Sarebbe saggio, pertando, introdurre in tutte le varie sanzioni previste dai vari codici civili, un moltiplicatore che tenga conto dei redditi effettivi della persona.
Una maggiorazione delle pene potrebbe anche non avere effetti negativi a meno che non aprà una vera e propria "caccia al cacciatore" in cui gli enti per far cassa non cerchino in tutti i modi di far cadere in errore il cacciatore...
In conclusione...
Dietro ad una nobile causa come la protezione degli animali si nascondono insidiose penalizzazioni per la caccia, il suo considerevole indotto e tutte le attività commerciali e rurali che, in qualche modo, sono collegate alle attività venatorie.

La legge, così fatta, è carica di molti pregiudizi e privilegia soltanto i ricchi e le agenzie di turismo venatorio estero. In una norma che dovrebbe tutelare gli animali non viene mai menzionata la grande distribuzione dove nessuno si preoccupa degli allevamenti intensi e del mercato di importazione da paesi esteri che non attuano i nostri alti controlli di qualità.
Probabilmente servono soluzione differenti e magari buonsenso e maggior dialogo con tutte le categorie coinvolte per trovare le giuste soluzioni da applicare per la salvaguardia del territorio e dell'avifauna.

Giuseppe

Appassionato cacciatore alla migratoria e soprattutto alla regina del bosco, la Beccaccia. Mentre aspetta le prime gelate di fine ottobre che portano le Beccacce pratica la caccia al Colombaccio da palco con piccioni addestrati. Appassionato ricaricatore spara solo cartucce caricate da lui con il suo Franchi semiautomatico cal 12 e il suo intraprendente calibro 28 sovrapposto Rizzini tutta caccia. Sempre in compagnia dei suoi due cani, Zac il Kruizer e Krasic lo Springer

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