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La nutria è una specie non autoctona importata per l'allevamento ed oggi presente in discreto numero soprattutto in pianura padania, lungo la costa adriatica e tirrenica sino al Lazio. Al sud è localizzata in alcune zone della Sicilia e Sardegna. La nutria si nutre di tutte le colture che incontra ed è particolarmente ghiotta di piante acquatiche. Un sovrappopolamento di nutrie riduce drasticamente la presenza di queste piante causando la formazione di acque aperte.

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All'incirca trecento anni fa l'Ibis Eremita ha vissuto un lento ed inesorabile declino che ne causò la sparizione prima dall'Europa centrale, poi dall'Europa meridionale. Le cause più probabili sono state la caccia di frodo e la distruzione del suo habitat per far spazio ad allevamenti e colture intensive. Oggi giorno l'Ibis Eremita vive in uno stato di alto rischio d'estensione con un popolazione selvatica stimata in appena 500 individui in Marocco e Siria.

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A pochi mesi dell'insediamento della nuova gestione dell'ATC 1 di Perugia è ora di tirar le somme. Nonostante la diminuizione costante anno per anno del numero di cacciatori e, quindi, di introiti per le casse dell'ATC, il comitato ha cercato di gestire al meglio i fondi a disposizione per andare a proteggere ed incrementare le specie stanziali che negli ultimi anni stanno subendo un forte declino. I ripopolamenti per quanto necessari non sono la panacea al problema.

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Il 24 giugno è stato pubblicato il decreto riguardante l'utilizzo dei richiami vivi a caccia ed a sorpresa giungono brutte notizie per gli amanti della caccia al cinghiale.

Fra le modifiche approvate: "«I caricatori dei fucili ad anima rigata a ripetizione semiautomatica impiegati nella caccia non possono contenere più di due cartucce»". Il limite così passa da dieci a due obbligando i cacciatori possessori di carabine semiautomatiche ad adattarsi acquistando un caricatore nuovo dalla capienza massima di due proiettili oppure a dover apportare delle modifiche ai caricatori attuali, più o meno come accade con i riduttori nei fucili ad anima liscia.

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Con 149 voti a favore e 228 contrari, la camera ha respinto l'emendamento tanto sostenuto dalle associazioni ambientaliste e Movimento 5 stelle che proponeva l'abolizione della cattura e dell'utilizzo degli uccelli selvatici come richiami vivi.

Possono sicuramente tirare un filo di sollievo i pochi ed ancora tradizionalisti che con tanta fatica e dedizione allevano Tordi, Cesene ed altre specie di uccelli da impiegare come richiami vivi nella caccia d'appostamento.

Le associazioni ambientaliste, abituate ad ingrandire e gonfiare i numeri, non ci stanno e rilasciano dichiarazioni amare.

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La Giulio Fiocchi di Lecco è una delle case produttrici più importanti d’Italia, dal 1876 produce munizioni da guerra, da caccia e da tiro, conquistando una buona fetta anche del mercato internazionale. La commercializzazione di prodotti molto affidabili ha fatto si che si sia meritata la fiducia di molti cacciatori, tra i quali appunto gli apparecchi d’innesco. Ogni anno sono più di un miliardo i pezzi prodotti e commercializzati dalla casa un vero e proprio punto di riferimento per piccoli e grandi caricatori.

Di recente, proprio sul sito fiocchi (Fiocchi News Inneschi), appare l'avviso che per omogeneizzazione della gamma a breve gli inneschi di casa Fiocchi saranno esclusivamente prodotti con porta capsula in finitura ramata.

Addio, quindi, al bel e caratteristico color nichelato che differenziava a prima visto gli inneschi Fiocchi dagli altri.

Tale modifica riguarda gli inneschi 614, 615, 616, 616 Gold, 616 Magnum e 616 Mito Azzurro. Non ci saranno variazione nelle prestazioni del prodotto ma la progressiva estinzione di una variante di lavorazione galvanica del porta capsula stesso.

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Spesso sotto nobili ideali ci si sente autorizzati ad agire con violenza ed arroganza. Proprio ieri, sulla nostra pagina Facebook, condannavamo le attività di un ambientalista che tramite social network condivide video mentre importuna ed offende cacciatori intenti nelle loro attività venatorie.

Video pubblicati su Internet senza alcun riguardo dei soggetti ripresi approfittandosi magari della loro buona indole e dell'età un po' avanzata per conoscere i nuovi mezzi di comunicazione come i social network.

Per fortuna da quanto si apprende su "Il mattino di Padova" le autorità sono intervenute ed il leader del movimento 100% animalisti, di cui faceva parte il divulgatore dei video contestati, è stato denunciato e la sua casa perquisita..

Adesso si spera che i video vengano rimossi al più presto (i più contestati e volgari già non sono più raggiungibili) che pubblicati su pagine ambientaliste inneggiano altri utenti a compiere le medesime azione come possiamo leggere in alcuni commenti un po' fuori luogo.

Ormai siamo abituati a leggere offese e auguri di morte contro i cacciatori, dimenticando magari che il cacciatore è pur sempre una persona, e spesso nei movimenti ambientalisti più estremisti si nasconde la scusa per scatenare rabbia e violenza senza motivo.

Se mai ti capitasse di aver a che a fare con certe gente, mantieni sempre la calma, allontanati e se risulta offensivo o ti riprende senza consenso avvisa le autorità. Spesso questi individui provocano sperando tu reagisca così a passar problemi sei tu, onesto cittadino (il porto d'armi lo possiedono solo le persone al posto con la legge).

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Nell'articolo di ClaudioHunter avevamo già parlato di cartucce silenziate (Cartucce silenziate per il 12 ed il 410) sia per il calibro 12 che per il 410.

Negli ultimi anni, però, il signor Pietro Trombetta, insegnante di educazione fisica ed appassionato di caccia, ha messo a punto una munizione silenziata che esplode quasi senza far rumore e allo stesso tempo fornendo buone prestazioni. La munizione dovrebbe essere presto commercializzata e portare innumerevoli vantaggi per tutti gli appassionati del .410. La cartuccia silenziata, oltre a non far spaventare i cani non allarma più di tanto la selvaggina e riduce notevolmente l'inquinamento acustico e gli effetti indesiderati sulle orecchie del cacciatore dopo innumerevoli spari.

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L'associazione LAC (Lega Anti Caccia) può ritenersi soddisfatta dell'ennesima conquista ottenuta ai danni dei cacciatori visto che dopo il Piemonte anche in Sardegna il Tar ha deciso di approvare il ricorso delle associazioni ambientaliste che, unite, stanno contestano i calendari venatori approvate dalle varie regioni a causa del mancato effettuamento del piano faunistico venatorio.

In particolare la LAC (già protagonista nel ricorso contro il calendario venatorio piemontese) assieme a Earth e all'Associazione vittime della caccia hanno contestato al TAR l'assenza del piano faunistico-venatorio sardo, la mancanza di una procedura di valutazione di incidenza ambientale riguardo l'attività venatoria nelle aree classificate quali Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) e di aver eluso il parere obbligatorio dell'ISPRA, non presentando il calendario venatorio regionale e il regolamento relativo all'intera annata venatoria, come previsto dalla legge.

I cacciatori sardi incolpevoli vi ritrovano dopo aver sborsato bei soldi per le tasse impotenti ed in attesa di risposte concrete dalle proprie associazioni e che le autorità competenti rimedino ai propri errori stilando al più presto un calendario venatorio che rispetti appieno i vari regolamenti.

Nel frattempo anche il calendario venatorio del Lazio è a rischio. I cacciatori ogni anno diminuiscono in numero un po' per colpa della crisi, un po' per la diminuzione della fauna e della zone frequentabili per la caccia, un po' per le troppe limitazioni imposte sull'attività venatoria. Nonostante il nostro paese possa vantare aziende leader a livello mondiale nel settore di armi e confezionamento di munizioni i cacciatori del nostro paese sono passati da oltre due milioni degli anni settanta ad appena i quasi settecentomila dei giorni nostri.

Una piccola voce che nonostante tutto muove un'economia non indifferente, ma che da troppi anni si vede tartassata e colpita senza sosta perdendo sempre più la fiducia verso se stessa e verso quelle associazioni che la rappresentano.

Invitiamo i cacciatori della regione Sardegna a contattare le proprie associazioni venatorie per maggiori informazioni sulla chiusura della caccia e di spargere l'informazione per non rischiare sanzioni ai poco informati.

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Nonostante l'apertura ritardata in Piemonte al 29 Settembre il Tar accoglie il ricorso degli ambientalisti e sospende il calendario venatorio 2013/2014 della regione.

Le associazione Lac e Pro Natura hanno messo in discussione il calendario venatoria regionale per mancanza di un piano faunistico, della valutazione d'incidenza ambientale e per il superamento dei rilievi spressi dall'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) per la protezione di numerose specie a rischio nella regione.

Riportiamo una parte della sentenza deliberata dal tar:

Richiamata la motivazione dell’ordinanza cautelare di questa Sezione n. 519/2012, resa su analoga impugnativa riguardante il calendario venatorio regionale per gli anni 2012 e 2013; Ritenuto che il ricorso appare sorretto da apprezzabili elementi di fumus boni iuris, in considerazione della mancanza del piano faunistico venatorio regionale, della mancata effettuazione della valutazione di incidenza ambientale e del denunciato difetto di motivazione a superamento dei rilievi espressi dall’I.S.P.R.A. per la protezione di numerose specie di uccelli; Ritenuto, pertanto, di dover accogliere la domanda di sospensiva; P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione Seconda) - accoglie l’istanza cautelare e, per l’effetto, sospende i provvedimenti impugnati; - fissa per la trattazione del merito l’udienza pubblica del 22 ottobre 2014;


Si ripete l'incubo già affrontato lo scorso anno dai nostri amici piemontesi che anche lo scorso anno ha dovuto affrontare il rischio di appendere al chiodo le doppiette per l'intera stagione.

Sino a quando non verrà redatto un nuovo calendario venatorio. Un vero smacco per i dirigenti della regione Piemonte ed un disagio immane per i cacciatori piemontesi che dovranno rimanere a casa mentre, nelle regioni limitrofi, gli altri cacciatori potranno svolgere regolarmente l'attività venatorio.

La sentenza del Tar arriva a pochi giorni dell'apertura quando praticamente tutti hanno già pagato le ingenti tasse dovute.

Consigliamo ai cacciatori di rivolgersi alle proprie associazioni venatorie ed unirsi per sollecitare la risoluzione della questione al più presto e soprattutto pianificare nei tempi dovuti e con la necessaria accuratezza come muoversi in futuro per evitare questi enormi disagi.

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