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L'uccello indicatore del MieleDa sempre l'uomo ha cercato di instaurare collaborazioni con gli animali per svolgere le sue attività. Gli esempi più lampanti sono nella caccia dove l'uomo da secoli sfrutta i cani per la cerca ed il riporto o utilizza i nobili falchi.
In Mozambico avviene però qualcosa di straordinario che porta l'uomo quasi a comunicare con l'indicatore golanera (Indicator indicator) un uccello africano piccolo, circa 20cm, di certo non addomesticato che collabora alla caccia al miele.
Già nel XVI secolo un missionario portoghese aveva riportato la notizia che però fu considerata come "sciocchezza" e non aveva più avuto seguito.
Un recente studio condotto dalla biologa dell’evoluzione Claire Spottiswoode e pubblicato su Science dimostra come l'uomo e l'indicatore golanera abbiamo, nel corso del tempo, instaurato una specie di comunicazione che li porta a collaborare per ottenere l'ambito premio.
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Malena e Klepeta le cicogne che infiammano il Web Le cicogne sono il simbolo, nelle nostre favole, del dono più bello che si possa ricevere e in natura sono uccelli magnifici e molto abitudinari. Basti pensare che ogni anno compiono la stessa migrazione ritrovandosi col proprio partner negli stessi identici posti.

C'è però in Croazia una coppia di cicogne che ha qualcosa di davvero straordinario. Sono Malena e Klepetan che da anni mettono in scena forse la più bella storia d'amore che ci sia.
Malena nel lontano 1993 arriva in Croazia, paese all'epoca non messo tanto bene ed in ripresa dopo le guerre dei Balcani del '91 per l'indipendenza. Qui ad aspettarla trova un cacciatore che la ferisce all'ala, ma Malena lotta e riesce ad arrivare lo stesso al suo nido costruito sul tetto di una casa a Slavonski Brod.
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Incendio nella forestaGli aborigeni australiani, così come l'uomo nel passato, cacciavano col fuoco per stanare le prede e spingerle dove desideravano. Un recente studio in Australia ha individuato comportamenti simili in alcuni rapaci come il Nibbio ed alcuni Falchi. Essi, in presenza di incendi non scappano impauriti, ma si appostano al limite del fuoco e aspettano che la preda in fuga lasci il folto della vegetazione e diventi una facile cattura.

Sin qui sembrerebbe nulla di eccezionale, tuttavia proprio il Nibbio nero o il falco marrone causerebbero gli stessi incendi.
Sembrerebbe, infatti, che gli stessi rapaci si procurino rametti incandescenti presi da focolari che deliberatamente lasciano cadere sull'erba secca causando gli incendi.
Col fuoco i rapaci stanerebbero topi, rane e altri piccoli animali che si nascondo nel folto della vegetazione.

Nibbio in volo Queste le conclusioni è arrivato un noto avvocato australiano, Gosford, per oltre trent'anni ha vissuto nel Nord dell'Australia è ha raccolto dati con l'aiuto dei vigili del fuoco e delle testimonianze del fuoco.
A dar ragione ai risultati ottenuti anche la tradizione aborigena con la cerimonia del Yabadurrwa in cui una persona simula un uccello che trasporta un ramo ardente.

Si cercano adesso conferme cercando di riprendere con un video il rapace pronto ad appiccare un incendio.
Con le nuove ipotesi si aprono nuovi scenari come quello che gli aborigeni abbiano imparato a cacciare col fuoco osservando gli uccelli..

Dopo l'uomo ed i fulmini anche gli uccelli sono in grado di causare incendi.
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Il corteggiamento degli uccelli Ogni anno la festa di San Valentino arriva a febbraio per tingerlo di tanti cuori rossi, ma nessuno ha ben chiaro il perché si sia deciso di festeggiare proprio il 14.
Fra le tante ipotesi una degli anni passati in cui si credeva che proprio dal 14 febbraio gli uccelli iniziassero l'accoppiamento con i loro magici e a volte misteriosi rituali.

Come dargli torto del resto? Proprio in questi giorni di metà febbraio, col freddo rigido alle porte e le giornate in miglioramento gli uccelli cominciano ad animarsi a svolazzare qua e là a cantare più forte che mai.

In tutto il regno animale, gli uccelli, sono sicuramente fra i più romantici dove ogni specie ha la sua particolarità.
Alcuni uccelli sono fedelissimi formando vere e proprie coppie a vita, altri lottano per formare e tenere il proprio harem.
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Corvus corax Diversi studi hanno dimostrato che i corvidi sono fra gli uccelli più intelligenti che ci siano. Le ultime ricerche dell'Università di Vienna e dell'Università del Texas attestano anche che essi siano dotati della teoria della mente, ovvero la capacità di prevedere lo stato mentale di altri animali.
Gli studi si sono basati su un gruppo di Corvus corax chiusi in delle stanze con una piccola apertura dalla quale veniva trasmesso il verso di un altro corvo. Tutti i soggetti sotto esame hanno cominciato a nascondere il cibo in maniera tale che non poteva essere visto dall'apertura.
I risultati ottenuti attestano che i corvi possono arrivare, sui dati ricavati dall'esperienza, a prevenire i comportamenti dei loro simili.
Anche in natura le Ghiandaie, sempre appartenenti alla famiglia dei corvidi, nascondo il cibo facendo attenzione che nessun altro simile le osservi.
I comportamenti che hanno i corvidi sono di un notevole passo avanti rispetto agli altri uccelli.

Le ultime ricerche dimostrano che la mente degli animali siano molto spesso più complesse di quanto tradizionalmente gli viene attribuito.
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Genyornis Un titolo ironico che però racchiude le sorti del Genyornis, visibile nella ricostruzione qui a lato, una specie di uccello non volatile che viveva sino a 50mila anni fa in Australia. Era un uccello possente alto sino a 2 metri per quasi 200kg di peso. Era un uccello simile per molti aspetti allo struzzo anche se il suo parente più vicino sembrano essere le oche.
Nonostante la mole in un periodo storico molto breve il Genyornis scomparve in concomitanza con l'arrivo dei primi aborigeni. Proprio quest'ultimi sarebbero i responsabili della scomparsa del Genyornis e di altre specie animali in Australia. Gli incendi usati per le deforestazioni e la caccia avrebbero messo in crisi alcune specie australiane come il Genyornis.

Esso aveva anche una cattiva abitudine di deporre le uova a vista nelle dune di sabbia. Uova di almeno 2kg facilmente individuabili che rappresentavano un'ottima occasione per l'uomo di un succulento pasto proteico.

Le prove risiederebbero nei 200 siti (su 2000 in tutta Australia) in cui sono stati ritrovati gusci di uova ammucchiati e parzialmente bruciati. Le bruciature analizzate sarebbero frutto di fuochi ardenti o di braci di carboni ardenti e non dovute agli incendi.

Molto probabilmente l'uomo consumata le uova e poi gettava i resti nel fuoco.

Il Genyornis data la mole era riuscito a sopravvivere per centinaia di migliaia di anni per poi estinguersi nel giro di poche migliaia di anni grazie all'uomo

Novità dalla natura

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UbaraIn pochi di noi conosceranno l'Ubara, (Chlamydotis undulata), cugino dell'Otarda specie rara da noi e protetta, ma quello che fa discutere è sicuramente la scelta del Pakistan di togliere il divieto da caccia a questa specie classificata "vulnerabile" e, quindi, praticamente quasi a rischio estinzione.
Le motivazioni che hanno spinto la Corte Suprema del Pakistan a dichiarare cacciabile risiedono nell'interesse economico di tutelare i rapporti con i Paesi del Golfo ed in particolare con l'Arabia Saudita. Pare, infatti, che la carne di Ubara sia considerata afrodisiaca dagli sceicchi che pur di averla sarebbero disposti a tutto.

Era appena il 20 agosto quando Jawwad S. Khawaja vietava la caccia dell'Ubara in Pakistan in quanto specie in via di estinzione e, quindi da proteggere. La notizia era stata ben accolta dagli ambientalisti, dai conservatori e da tutte le persone che credono nel rispetto e nella salvaguardia della biodiversità e delle specie a rischio.
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Rinoceronte bianco vittima dei bracconieri per avorioSpesso la figura del bracconiere viene facilmente uguagliata a quella del cacciatore, ma non è così! Tutti i cacciatori sicuramente si discosteranno da quello che sta avvenendo nel mondo sotto l'occhio incurante della legalità e dell'eco sostenibilità. Per questo vogliamo portarti a conoscenza di un mondo che molto spesso facciamo finta che non esista. Ogni giorno uomini senza scrupoli alimentati da un commercio illegale di pellicce, trofei, avorio o carni afrodisiache compiono un vero e proprio massacro ai danni di animali e specie spesso a rischio sopravvivenza.
Basti pensare che una recente stima parla di almeno 70 elefanti e 200 mila squali uccisi ogni giorno e circa venti rinoceronti e tre tigri muoiono sotto i colpi dei bracconieri ogni settimana. Molte altre specie sono quasi sulla soglia del rischio di estinzione ed il tutto per denaro dato il giro d'affari di oltre 23 miliardi di dollari che il bracconaggio crea.
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Oche in volo Da quando nel 1999 è stata proibita la caccia alle Oche Graylag la popolazione di questi uccelli è cresciuta senza alcun controllo raggiungendo oggi le oltre 800 mila unità che d'inverno, con le migrazioni, raddoppia.
Tantissime oche concentrate che causano ingenti danni e soprattutto pericoli agli aerei.
Basta ricordare il 2010 quando per poco si è sfiorata la tragedia con un aereo costretto ad un atterraggio d'emergenza nell'aeroporto di Schipol, Amsterdam, uno dei principali nodi dei trasporti d'Europa a causa di uno stormo di uccelli alcuni dei quali finiti nelle turbine.
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Ibis in volo durante la migrazione Lo scorso anno avevamo già parlato degli Ibis una specie di uccelli arrivata quasi sull'orlo dell'estinzione e sparita dall'Europa tanti anni fa, ma che grazie al progetto Life - Bentornato Ibis sta tornando a solcare i nostri cieli. (I cacciatori si schierano dalla parte dell'Ibis).

Proprio in questi giorni, infatti, è in atto il viaggio verso la zona di svernamento in Toscana di alcuni esemplari di Ibis.
Lo comunica il Waldrappteam , spiegando che quest’anno la migrazione invernale del gruppo di Ibis eremiti reintrodotto in natura è iniziata leggermente in ritardo, complice anche il mal tempo, ma ora gli uccelli hanno intrapreso il loro viaggio verso sud.

Il 24 ottobre 2015 tre esemplari, sono entrati in Italia. In appena due giorni sono migrati dalla Zillertal fino al Trentino Alto Adige percorrendo un passo alpino, per dirigersi ulteriormente verso sud, sorvolando il Lago di Garda fino alla Pianura padana nei pressi di Mantova.
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