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Così simpatico e tenero, il Ghiro è un animale molto vulnerabile che a causa degli incendi sempre più frequenti e del bracconaggio rischia oggi giorno l'estinzione.

Un tempo era preda ambitissima per le sue buonissime carni che venivano fatte per lo più a spezzatino per condire i maccheroni, ma allo stato attuale vive un preoccupante stato d'allarme di continua diminuzione della popolazione.

Nonostante il Ghiro sia protetto non sono rari gli atti di bracconaggio nel Lazio, in Toscana, ma soprattutto in Calabria nella zona del cosentino, della locride e del reggino che continua tutt'oggi il triste "rito" della caccia illegale di questo roditore.

La tradizione della caccia al ghiro ha origini lontanissimi e comincia dalla festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno, per protrarsi sino al termine dell'autunno, quando le temperature rigide mandano in letargo il Ghiro. Proprio in questo periodo il Ghiro vede la sua ricerca affannosa di cibo, sopratutto la notte, che lo porta ad ingrassare all'inverosimile prima del lungo letargo rendendo le sue carni tenere e ricercate.

La regione autorizza le catture di Cesena, Merlo, Tordo bottaccio e Tordo sassello a fini di richiamo e il prelievo di Storni per prevenire danni alle colture agricole. Il via libera arriva con l'approvazione della Giunta regionale della delibera che, attraverso le Province, mira a reintegrare le dotazioni per la caccia con appostamento fisso garantendo al tempo stesso un prelievo responsabile. Il tutto nel rispetto delle normative Europee ed accogliendo le richieste di lamentele pervenute da agricoltori e cacciatori.

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