Era il lontano 1972, Olimpiadi di Monaco, quando Angelo Scalzone, don Peppino per gli amici, frantumò ben 199 piattelli su 200, stabilendo il record del mondo e vincendo la medaglia d'oro olimpica per il tiro al volo nella specialità fossa.
Da allora alcune regole della specialità sono cambiate, ma nessun altro è riuscito a eguagliare quell'impresa.
Aveva all'epoca già 41 anni Scalzone, ma aveva uno spirito sicuro di sé, spavaldo e al tempo stesso spiritoso. Ammaliava tutti con la sua parlata dialettale bella e seducente e veniva soprannominato Buffalo Bill perché, quando in pedana, diventava freddo e colpiva con precisione un piattello dopo l'altro.
Scalzone era nato a Casal di Principe e viveva a Castel Volturno, frequentando ristoranti, alberghi e stabilimenti balneari. Non era il classico sportivo a cui siamo abituati: era in sovrappeso, fumava ed era un po' indisciplinato, ma sparava come pochi. Amante della caccia fin da giovanissimo, era un grande appassionato di anatidi e beccacce.
Frequentava il tiro solo per divertimento e per sbalordire gli amici, ma sentiva di meritare qualcosa in più.
Si allenò parecchio per riuscire a superare la qualificazione alle Olimpiadi e partiva da sfavorito. La Beretta gli regalò un sovrapposto SO4, ma Scalzone non si trovava molto bene. Si accorse che doveva sempre correggere a destra, ma lo scelse proprio per questo: lo avrebbe costretto a una maggiore concentrazione.
Scalzone salì così sull'ultima pedana: se intendeva vincere, doveva rompere tutti i piattelli. Un 24 avrebbe significato lo spareggio con il favorito francese Michel Carrega. Scalzone, come poi raccontò, si immaginò i piattelli come se fossero leoni che stavano per assalirlo e che, se avesse sbagliato, sarebbe morto sbranato. Al termine della serie li ruppe tutti, compiendo l'impresa: 199 piattelli colpiti, 188 di prima canna e 11 con il colpo di recupero, entrando nella storia con un record ancora oggi imbattuto.
Leggi tutto...