Negli ultimi anni, il dibattito sull'impatto della caccia sulla fauna selvatica italiana ha assunto un ruolo centrale nelle discussioni ambientali. L'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha recentemente pubblicato, per la prima volta, una relazione dettagliata basata sull'analisi dei tesserini venatori relativi alle stagioni dal 2017 al 2023, offrendo uno sguardo approfondito sul numero di esemplari abbattuti per ciascuna delle 36 specie di uccelli cacciabili in Italia, suddivisi per regioni e stagioni venatorie.
I cacciatori sono obbligati a registrare su un apposito tesserino, digitale o cartaceo, ogni uscita e ogni abbattimento effettuato. In Italia, la caccia è regolamentata da norme stringenti che definiscono periodi, quote e specie autorizzate al prelievo. Questo rende la caccia un’attività considerata a bassa intensità dal punto di vista dell’impatto ambientale. Non va dimenticato inoltre che, in molti casi, essa svolge anche un ruolo di gestione faunistica — ad esempio per cinghiali e altri ungulati — contenendo popolazioni in crescita che possono causare danni a colture e biodiversità.
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