Le carni dei cinghiali, e dei suini in generale, può essere portatrice di pericolose insidie igenico sanitarie di natura infettiva o parassitaria individuabili solamente con un attenta e rigorosa visita.
Basta inviare un prelievo di carne e consegnarlo agli ispettori veterinari. Una parte di campione viene inoltrata anche all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale per successive indagini finalizzate alla ricerca di un pericoloso parassita come la trichinella (Trichinellosi).
In alcuni casi dei campioni vengono esaminati anche dall'ARPACAL per valutare l'eventuale presenza di contaminazione da radioattività.
Pertanto con un minimo di precauzione e buon senso si possono evitare spiacevoli conseguenze.
L'ASP a titolo di esempio menziona il caso di pochi giorni fa su un esame su un cinghiale abbattuto nella zona di Stilo. Gli esami hanno evidenziato una grave forma di tubercolosi che affliggeva l'animale.
Dopo aver classificato il micobatterio è stata disposta la distruzione dell'intera sfoglia.
La prudenza del capo squadra ha scongiurato la possibile infezione dei consumatori finali della carne cacciata ed il contagio di una malattia non ancora debellata del tutto.
Sperando possa far riflettere ricordiamo che la prudenza non è mai abbastanza...
Commenti
La Turbercolosi è una malattia, come hai ben indicato, diffusa negli animali. In questi casi riscontrato il batterio va bruciata la carcassa. Non credo ci sia molto da fare per gli animali selvatici se non controllarne le popolazioni per non far addensare troppi animali in posti piccoli favorendo la diffusione del batterio.....
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