Un prelievo scrupoloso ed attento per rafforzare le specie e garantirne il giusto equilibrio
La caccia di selezione, in italia, è generalmente svolta agli ungulati (cinghiali, caprioli, daini, cervo, camoscio e muflone) ed è un'importante utilità per la gestione della fauna sul territorio.
Per esercitare la caccia di selezione è necessario sostenere uno
specifico esame di abilitazione successivamente aver conseguito l'esame per la licenza di porto di fucile ad usa caccia.
Tale esame prevede una prova scritta ed una orale e viene svolto dalla provincia. Le materie oggetto della prova sono biologia, comportamento e riconoscimento delle varie specie, conoscenza delle normative ed una prova pratica sui campi da tiro.
Per poter accedere a sostenere l'esame di abilitazione è obbligatorio aver seguito una specifica preparazione mediante corsi specifici che preparano la risorsa (
il selecontrollore è effettivamente una vera e propria risorsa per la gestione del territorio) a diventare un cacciatore esperto di ungulati.
Il selecontrollore deve acquisire l'abilità di conseguire abbattimenti il più possibile netti sull'animale. Per tale motivo per svolgere le attività di caccia di selezione è necessario utilizzare l'arco (usato da pochi necessita di alta abilità e tecniche raffinate) o un fucile ad anima rigata (carabina) preferibilmente munito di ottica. Quest'ultima arma permettono di eseguire tiri di precisione per abbattimenti efficaci.
Ogni anno viene eseguito dalla Provincia il piano di abbattimento per ciascuno ATC sulla base dei censimenti recenti in maniera tale da stabilire il numero esatto di capi che ogni cacciatore di selezione può prelevare.
La caccia di selezione è d'aspetto ed ogni particolare deve essere curato al meglio. Il nostro
ErDoppietta ci racconta le sue esperienze da selecontrollore.
La caccia di selezione è una vera e propria passione dove
il cacciatore si "fonde" col territorio e diventa un tutt'uno con esso. Bisogna amare moltissimo la natura e la zona in cui si caccia. Ogni abbattimento è studiato, o meglio programmato, minuziosamente. Si studia la zona, si osservano gli animali e si sceglie quale abbattere. Si osservano le piante mangiate o i segni lasciati a terra dagli animali come le impronte o gli escrementi. Molto importante è, quindi, osservare, ma al tempo stesso, non interferire in alcun modo con l'habitat naturale. Lo strumento più importante del selecontrollore è, infatti, un buon binocolo, possibilmente largo davanti per favorire la visione al crepuscolo, e un telemetro per misurare e valutare le distanze di alcuni punti di riferimento davanti l'area preposta all'appostamento.
Per la caccia di selezione si parte molto presto per arrivare sul posto di caccia ancora a notte fonde. Bisogna cercare di essere il più possibile a contatto con l'ambiente senza alterarlo. Bisogna, quindi, cercare di non farsi notare in alcun modo. Senza odori forti, profumi e la macchina si lascia lontano dal posto assegnato. Anche quando si arriva sulla macchina bisogna cercare di non far rumore. Bisogna prestare attenzione a non sbattere gli sportelli, ad esempio, ogni rumore fuori da quello del bosco è un allarme per gli animali. Ci si posiziona su un'altana (è necessaria l'autorizzazione del concessionario del posto) o su una bassana e si aspetta che il selvatico si mostri.
Il bello di questa tipologia di caccia è che si svolte quando la caccia generale è chiusa. Gli animali, quindi, sono tranquilli e dall'appostamento si sta veramente a contatto con la natura. Non è raro vedere lepri e/o colombacci molto da vicino, ma anche tanti altri uccelli e rapaci che a pochi metri svolgono le loro abitudinarie azioni. Spesso ci si mangia un po' le mani si vorrebbe tirare ad una facile preda, ma la selezione è una caccia di rispetto e si aspetta solo il selvatico assegnato ed, in particolare, l'esemplare monitorato nei giorni precedenti.
La zona dove si caccia è assegnata ed è conforme alla preda che si caccia. Se, ad esempio, si sta cacciando un capriolo o un ungulato con le corne la zona non può essere fitta o con arbusti o alberi troppo bassi. Gli animali finirebbero incastrati con le corna. Discorso diverso per i cinghiali che cercano proprio la macchia fitta.
Il buono della caccia di selezione, oltre al contatto intenso con l'habitat è il territorio in cui si caccia, è la qualità finale delle carni.
Essendo l'animale freddato sul colpo si evita che l'adrenalina circoli in colpo alterando le carni e rendendole più rigide e dure. Un cinghiale, ad esempio, abbattuto in braccata dopo aver corso davanti i cani per ore non avrà la stesa resa di un cinghiale preso durante la selezione.
Durante il corso si impara anche a trattare al meglio le sfoglie dell'animale abattuto. Un'operazione che non tutti sanno svolgere correttamente.
Nei prossimi articoli cercheremo di dettagliare meglio alcuni aspetti fondamentali della caccia di selezione...
Cacciapedia
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