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Venerdì, 01 Febbraio 2019 06:38

Denunciati bracconieri grazie alle foto e video sui social

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Commenti e foto sui social aiutano le operazioni dei carabienieri forestali

testa lupo bracconiereGrazie alle manie di protagonismo, di cui buona parte di noi soffre, è possibile arginare il fenomeno del bracconaggio. Commenti, foto ed a volte video si diffondono rapidamente sulla rete e grazie al lavoro certosino delle autorità è spesso possibile risalire ai colpevoli ed inchiodare delinquenti.
L'ultimo caso si è verificato nel Cuneese dove una foto che ritraeva la testa di un lupo, con tanto di coda e proiettile in bella mostra, ha portato le forze dell'ordine a casa di un "sedicente cacciatore". Oltre al macabro trofeo del lupo ritrovati anche un fagiano di monte imbalsamato ed un ordigno bellico detenuto senza alcun permesso.

Sempre l'operato dei carabinieri forestali ha portato, stavolta in Abruzzo, alla denuncia di tre bracconieri che suoi social condividevano il video mentre bloccavano e tentavano di investire, deliberatamente, un branco di cinghiali.

Quest'anno i morti in incidenti di caccia sono stati 1/3 in meno

Sicurezza caccia diminuiscono incidentiSi chiude con un po' di malinconia anche questa stagione ed è interessante apprendere che il trend degli incidenti è in netto calo con un aumento significativo della sicurezza. Tema, quest'ultimo, assai delicato e in particolar modo sotto la lente dell'attenzione da parte dei mass media e dei non favorevoli alla caccia.

Durante l'arco dell'ultima giornata da caccia, dal 1° settembre 2018 al 30 gennaio 2019, in tutta Italia, sono stati 12 i decessi, di cui 2 non cacciatori (pari al 17% del totale), durante gli incidenti di caccia. 50 i feriti, di cui 13 non cacciatori. Questi dati sono nettamente migliori rispetto alla stagione precedente. Rispettivamente siamo a -33% e -17% rispetto alla stagione 2017/2018.
Martedì, 15 Gennaio 2019 07:17

ISPRA, invasione cinghiali non è colpa dei cacciatori

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I cacciatori incolpati ormai di ogni cosa...

Il Cinghiale è l'ungulato più diffuso in Italia e negli ultimi anni ha subito un incremento notevole tanto da potarlo ad estendere i suoi habitat ed entrare sempre più a contatto con l'uomo.

Non sono ormai rari gli incontri con questi selvatici anche nelle periferie delle grandi città ed i problemi ed i rischi derivanti sono alti. I Cinghiali, soprattutto i piccoli, se possono apparire indifesi sono, invece, incredibilmente pericolosi. Essi sono dotati di una massa di tutto rispetto e zanni affilate. Tuttavia il pericolo più grave è dovuto al suo colore scuro che lo rende di notte difficilmente visibile con pericoli per la viabilità.

Il recente incidente sull'A1, vicino Lodi, costato la vita ad un giovane e con diversi feriti dimostrano che il rischio è alto.

Ma perché sino a pochi anni fa non si parlava mai del problema cinghiali?

La popolazione dei cinghiali è cresciuta in maniera esponenziale. Si è subito puntati il dito contro i cacciatori, responsabili secondo alcuni di immissioni di selvatici, soprattutto di incroci con esemplari dell'Europa dell'Est che avrebbero reso i cinghiali più proliferi e grandi( Notizia smentita dallo studio. L'ISPRA censisce solo 16 sottospecie di cinghiale nel nostro paese e nessuna di queste sembrerebbe proveniente dai paesi dell'Est). Si arriva anche a leggere che la pressione venatoria aumenterebbe l'istinto dei cinghiali di sopravvivenza portandoli a proliferare di più.

dati cinghiali Ispra Parole a quanto pare senza fondamenta e senza studi. A chiarire il problema dell'invasione dei cinghiali è l'ISPRA l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale con uno studio molto approfondito sulla diffusione dei cinghiali negli ultimi anni.

Viene esclusa l'attività venatoria fra i fattori di crescita, anzi ad oggi è l'unico modo di concreto di arginare il fenomeno, e si focalizza il tutto sull'abbandono delle aree rurali.
Negli ultimi cento anni la popolazione italiana si è sempre più addensata nei centri urbani svuotando letteralmente borghi e paesi rimasti lì come testimonianza di una ruralità ormai fantasma.
Le nuove generazioni sono quelle del Web 4.0 dei comfort, della "vita sociale",dell'impiego dietro al pc o smartphone e non più del lavoro faticoso della terra.
La vita si svolge, pertanto, nelle grandi città ed i paesini non ben collegati si svuotano. All'aumentare di questo fenomeno si è visto che i cinghiali aumentano. Questo aumento è esponenziale e da non sottavalutare. Prima abbiamo parlato degli ultimi 100 anni, ma lo stesso studio condotto dall'ISPRA osserva come l'incremento della popolazione dei cinghiali sia in rapida crescita. Se ci spostiamo in Umbria e confrontiamo, ad esempio, i dati del 1991, poco meno di trent'anni fa, notiamo che la popolazione dei cinghiali nella regione era pressoché assente. Oggi la situazione è ben diversa. In Umbria attualmente è presente una popolazione ben numerosa e massiccia diventata ormai un problema per l'agricoltura locale e per le attività umane.

Cosa ha favorito questo aumento?

Parliamoci chiaro, l'unico vero predatore del cinghiale è l'uomo.
Anche il lupo se può scegliere preferisce non mettersi contro un massiccio cinghiale.

I contadini di un tempo vivevano di fatica e stenti e, sicuramente, un cinghiale selvatico rappresentava una risorsa ben più preziosa in dispensa che libero di pascolare nei raccolti. L'agricoltura moderna ed intensiva che predilige alcune colture rispetto ad altri ha anche favorito i Cinghiali consegnandogli cibo più abbondante ed appetibile portando, di conseguenza, l'aumento della proliferazione e, complice l'aumento delle temperature, si registra anche l'aumento del numero di gravidanze, da parte delle scrofe, durante il periodo dell'anno.

L'aumento della popolazione di cinghiale è un fatto concreto e da non sottovalutare. Ad oggi il cinghiale è presente su un’area di 190 km quadrati, cioè sul 64% del territorio italiano. Il cinghiale è diffuso da nord a sud, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, ma si concentra in particolare lungo la dorsale appenninica.
Se non si attuerà un inversione del trend sentiremo sempre più parlare del problema Cinghiale...

Ovviamente il problema è giunto sino alla camera dove l'onorevole Golinelli Guglielmo si è fatto porta voce sull'adeguamento della legge 157/92 per attuare seri interventi per la corretta gestione della fauna selvatica..



Venerdì, 02 Novembre 2018 15:22

Aimpoint micro S1 il top dei punti rossi per la caccia

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Il top dei red dot per la caccia

Aimpoint micro S1 prova Parliamo spesso di cartucce di ogni tipo, ma quello che alla fine conta è piazzare il centro sul bersaglio.
Per la caccia io e molti amici abbiamo cominciato ad utilizzare il mirino a punto rosso realizzato in fibra (esiste anche verde o giallo) e visibile già nei primi momenti di luce.
Ci siamo trovati tutti bene e così, spinti anche da molta curiosità, abbiamo provato il top di gamma che offre il mercato, ovvero l'Aimpoint micro S1.

Questo "punto rosso" si adatta praticamente su tutte le bindelle ventilate in commercio ed è studiato appositamente per la caccia. Si posiziona direttamente sulla bindella e si può posizione molto più in basso rispetto ai classici mirini in maniera tale da essere subito visibile non appena si imbraccia l'arma.
1Mattino Brambilla VS DallOlioAd uno mattina di oggi si è parlato di caccia con protagoniste l'Onorevole Michela Vittoria Brambilla ed il Presidente FIDC, la prima associazione venatoria in Italia, Gian Luca Dall'Olio.

Il tema scottante si è incentrato sugli incidenti venatori sempre più oggetto di strumentalizzazione mediatica per cercare di ostacolare la caccia.
L'onorevole Brambilla, in collegamento, sempre con toni forti ha ribadito più volte le sue intenzioni di abolire la caccia e, nel mentre, limitarla ulteriormente.

La sua proposta di legge contempla, infatti, la chiusura venatoria nelle giornate di sabato e domenica per dedicarle ai cittadini che vogliono andare in campagna senza timori e il raddoppio delle distanze di sicurezza.

"Salviamo il porto d'armi", la chat condivisa fra decine di cacciatori della Valcamonica, e non solo, non proprio ligi alle regole...

Salviamo Il Porto d'armiSfruttando la rapidità della messaggistica istantanea alcune persone hanno ben pensato di creare una sorta di "rete di protezione" dove potersi avvisare a vicenda dell'arrivo della polizia provinciale, carabinieri forestali o guardie volontarie LIPU o WWF.
Il gruppo di chat era intitolato "Salviamo il porto d'armi" e come immagine riportava un pettirosso. Era condiviso soprattutto fra "capannisti" che, grazie ai tempestivi avvisi, potevano rimuovere tutti gli illeciti prima dell'arrivo dei controlli.

Sulla chat venivano condivise anche le foto di auto civetta e si scambiavano consigli su metodi illeciti.
Era talmente cresciuto negli ultimi tempi che, per fortuna, è arrivata la notizia anche alle autorità.

C'è voluta un'attenta operazione del nucleo operativo antibracconaggio per arrivare agli ideatori del gruppo whatsApp, due capannisti, padre e figlio, di Gianico.
Domenica, 14 Ottobre 2018 00:27

Come prendersi cura degli strozzatori del fucile

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Strozzatori interni Gli strozzatori rimovibili arrivano nel mercato alla fine degli anni '70 con la serie di fucili Winchester 101. Questi hanno un po' rivoluzionato i fucili ad anima liscia rendendoli molto più versatili e concedendo ai vari tiratori di usufruire di un'arma sola per tutte le varie attività.
Gli strozzatori permettono di variare il comportamento della rosata andando a "stringere" più o meno o allungando la canna sino ai più moderni rivestiti in nano ceramica che aiutano ad aumentare le velocità iniziali.

In pratica hai solo l'imbarazzo della scelta. Tuttavia gli strozzatori rimovibili richiedono una leggera accortezza, maggior cura e manutenzione rispetto ad una canna fissa. Risulta, quindi, importante prendersi cura degli strozzatori ed imparare a mantenerli correttamente.

Terribile incidente di caccia durante una battuta di caccia

Incidente Tragico Caccia ApricaleIl triste caso di Apricale, vicino Imperia, sta diventando caso nazionale.
Sono tante le voci e le notizie che si susseguono da escursionista a bracconiere, ma ancora nessuno sa cosa realmente sia avvenuto.
Saranno le autorià a chiarire tutti i dettagli del caso e a far luce sulla storia del ragazzo vittima di questo tragico incidente.

Resta un tragico incidente colpa dell'imprudenza.
Non possiamo far altro che stringerci attorno al dolore dei familiari.

Notizie del genere possono solo farci riflettere e prendere coscenza dell'episodio e di quello che può accaderci ogni volta che stiamo svolgendo la nostra passione senza mai dimenticare che in mano abbiamo un'arma, non un giocattolo.
L'onorevole Maria Cristina Caretta (Fratelli d'Italia), cacciatrice e presidente dell'Associazione Cacciatori Veneti - Confavi, risponde alle pesanti accuse lanciate al mondo venatorio, in questi giorni, dalla Parlamentare Brambilla per promuovere la sua nuova proposta sulla legge sulla caccia.

La carretta rimanda al mittente le accuse lanciate dall'attivista ambientalista, che lasciano un po' il tempo che trovano, e ribadisce che l'attività venatoria è un'attività legare e contribuiscono alla tutela e alla conservazione di alcune specie altrimenti destinate a sparire.

Con la troppa antropizzazione dei territori e la riduzione degli habitat stiamo assistendo ad un aumento incontrollato di alcuni predatori a discapito di molte altre specie. Chi se ne occupa se non i cacciatori?

L'Onorevole continua chiarendo che i bracconieri non vanno confusi con gli appassionati dell'attività venatoria che svolgono le loro attività nel pieno rispetto delle direttive comunitarie, delle leggi nazionali e delle normative regionali.

Vanno aggiunti ulteriori vincoli e maggiori controlli

La parlamentare ed attivista Michela Brambilla si fissa l'obiettivo di abolire la caccia nei prossimi anni. Nel mentre propone di introdurre nuove limitazioni e controlli più severi nell'attività venatoria.
L'attivista e presidentie del Movimento Animalista, in questi giorni ha presentato tre nuove proposte di legge atte a raddoppiare le distanze di sicurezza; vietare la caccia la domenica; punire più severamente i bracconieri.

L'obiettivo del partito è arrivare ad impedire proprio l'apertura della stagione venatoria considerata inaccettabile con la persecuzione di povere creature indifese.
Secondo Brambilla ogni stagione vede i cacciatori uccidere sino a 400-500milioni di animali e le attuali normative sono datate ed inaccettabili.

Se le norme proposte dall'attivista dovrebbero passare la caccia davvero rischierebbe di chiudere.
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